Nel 1799 Ferdinando I di
Borbone, re delle Due Sicilie, insignisce Horace Nelson,
ammiraglio della flotta inglese, del titolo di duca di
Bronte in segno di gratitudine per laiuto
prestatogli nella riconquista del trono, dopo il breve
periodo della dominazione francese con Gioacchino Murat.
La donazione, confermata il 13 febbraio 1801, comprendeva
tutti i territori di Bronte e Maniace, in Sicilia,
precedentemente legati allAbbazia benedettina di S.
Maria in Maniace e di S. Giovanni di Fragalà e
comprendeva, tra laltro anche lOspedale
Maggiore di Palermo.
In realtà lammiraglio Nelson, che nel testamento
si firma Nelson di Bronte, non riuscì mai a visitare il
suo feudo, che venne amministrato dal visconte Johann
Graefer, lo stesso che aveva contribuito a realizzare il
Giardino Inglese di Caserta. Alla morte di Nelson la
Ducea venne ereditata dal fratello e quindi dalla nipote
Charlotte sposata Bridport che fu la prima rappresentante
della famiglia a venire in Sicilia. Lady Charlotte si
trovò a visitare Taormina ma le preferiva Maniace
essendo rimasta sconcertata dalla situazione locale;
tuttavia intorno al 1867 la famiglia acquistò un terreno
a Taormina, in Contrada S. Leo.
Nel 1873 il figlio di Charlotte, il visconte Bridport,
affidò le sue terre al figlio Alec Nelson Hood che nel
1904 diventò il quinto duca di Bronte ed avendo
ereditato anche il terreno di Taormina, il 15 aprile 1911
iniziò a costruire la Villa
della Falconara.
Insieme a numerosi connazionali, come Florence Treveleyan e Robert
Kitson, i Nelson contribuirono a creare e diffondere la
notorietà di Taormina a livello internazionale.
Dallarchivio della famiglia Nelson, custodito
presso lArchivio di Stato a Palermo, è stato, tra
laltro, possibile ricostruire alcune vicende (controversie) legali
sulla proprietà del terreno e analizzare numerosi
documenti relativi alla costruzione della Falconara e
agli acquisti effettuati dal Duca in Italia e in
Inghilterra, le corrispondenze con il custode, limprenditore
e i diversi fornitori. Si ha così notizia di un incendio
avvenuto nellAgosto 1909 che, fortunatamente, non
toccò il giardino ma solo parte del mandorleto, delle
pratiche per lallargamento della strada e per la
fornitura di energia elettrica, la valutazione di
potabilità delle acque della sorgiva e della cisterna,
oltre alla copia del discorso pronunziato dallimprenditore
Maricchiolo in occasione della posa della prima pietra
delledificio.
Particolari dettagliati, spesso comprensivi dei costi, si
hanno sulle componenti darredo del giardino, le
colonne in ordine tuscanico in pietra di Melilli, le
gradinate, la statua in gesso del Tempietto,
il piedistallo per la meridiana, il pozzo
in pietra con arco in ferro, la fontana in pietra dIschia,
le panche, i vasi in pietra di Vicenza, il brecciolino
per i viali. Per contro ben pochi dati si hanno sullallestimento
del giardino e lintroduzione delle piante, salvo
che per una nota di ordine relativa ad agrumi ed olivi
alla ditta A. Abramo di Mazzarrà SantAndrea (Me) e
una lettera del 1911 in cui il custode Lo Giudice dà
notizie sui lavori della casa e aggiunge che nel giardino
sono stati piantati i fiori e le bordure.
Alla morte di Alec Nelson Hood , tutte le proprietà,
compresa la Villa, furono ereditati dal figlio Arthur
Herbert Nelson Hood.
Nel 1925 i sovrani dInghilterra,
durante un viaggio in Italia, furono ospiti del Duca alla
Falconara. Sulla visita dei Reali il Corriere di
Sicilia scrisse:
Taormina, 5
Con treno speciale proveniente da Messina, sono qui
giunti stamane i Sovrani dInghilterra col figlio
principe Giorgio colla sorella del re Principessa
Vittoria e con il seguito. I sovrani e principi ed il
seguito in varie automobili si sono diretti alla villa
del Duca di Bronte, tesoriere particolare di S.M. la
regina ove il duca ha offerto una colazione intima in
onore dei Sovrani. Nel pomeriggio i Sovrani hanno
visitato il Teatro greco ammirandolo vivamente. Poscia il
duca di Bronte ha presentato alle loro Maestà i
componenti del comitato della chiesa anglicana ed il
sindaco del comune comm. Atenasio. Dopo un breve giro per
la città durante il quale sono stati calorosamente
acclamati dalla popolazione, i Sovrani sono ripartiti per
Messina.
Nel 1951 la villa venne venduta alla famiglia Marzotto e,
quindi, agli attuali proprietari. |